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Il Carnevale di Bosa: tra maschere, sfilate e degustazioni

carnevale bosa

A Bosa, un borgo medievale situato nella regione della Planargia, sulla costa nord occidentale della Sardegna, ha luogo un Carnevale unico nel suo genere in cui l’allegria e la fantasia sono le protagoniste assolute. Conosciuto anche con il nome dialettale Karrasegare ‘osincu, il Carnevale di Bosa ha inizio, come nel resto della Sardegna, a fine gennaio con la festa di Sant’Antonio e prosegue a febbraio iniziando già nei giorni precedenti al Giovedì Grasso. Durante queste giornate, alcuni gruppi di persone in maschera circolano per il paese e si recano di casa in casa, esibendosi in allegri canti tradizionali e satirici, per chiedere la questua, una piccola offerta per la celebrazione. Giovedì Grasso iniziano i festeggiamenti veri e propri con la sfilata in maschera e con i carri decorati per le vie cittadine. Sabato invece si tiene la cosiddetta “Festa delle Cantine”, dove i visitatori sono accolti e invitati a degustare un bicchiere di vino o di Malvasia locale. La domenica la festa continua con la degustazione di frittelle, le rappresentazioni teatrali in strada e la mascherata. La giornata di festeggiamenti più tradizionale è però il Martedì Grasso quando, a partire dalla mattina, sfilano per il paese le satiriche maschere, i Giolzi e S’Attitadora. Il Carnevale a Bosa è un evento importante e tutte le sue giornate sono arricchite da spettacoli di intrattenimento culturale e musicale. La celebrazione finisce definitivamente nel fine settimana successivo con la premiazione dei carri e delle maschere più belle e con la pentolaccia nella piazza principale.

Giolzi e S’Attittadora, le maschere principali del Carnevale di Bosa

Le maschere tradizionali del Carnevale di Bosa sono i Giolzi e S’Attittadora. I Giolzi sono pupazzi di plastica o stoffa che rappresentano un neonato morente di fame, spesso smembrato. S’Attitadora, vestita da abiti femminili neri che simboleggiano il lutto e con il viso dipinto di nero, durante la sfilata rivolge continui lamenti funebri tradizionali al pupazzo e chiede alle donne non mascherate “unu Tikkirigheddu de latte” (un goccio di latte) per il bambino abbandonato e morente che altro non è che la metafora del Carnevale che arrivando alla fine muore. All’imbrunire il Carnevale cambia scena, tutte le maschere nere si rintanano in casa e lasciano il posto alle maschere bianche che indossano un lenzuolo come mantello e un cappuccio bianco in testa. Le maschere bianche sfilano per le strade del paese con una lampada bianca in mano e rappresentano le anime dei Giolzi come metafora del Carnevale ormai morto. La festa si conclude con la serata musicale e un grande falò nel quale vengono bruciati i pupazzi del Carnevale.

Cosa vedere a Bosa oltre il Carnevale, tra ponti sul fiume e leggende del Medioevo

La posizione privilegiata di Bosa, lungo il fiume Temo, l’unico navigabile della Sardegna, ma non troppo distante dal mare, ha fatto sì che avesse un ruolo molto importante fin dai tempi più remoti. Ecco perché durante il tuo viaggio in questo pittoresco borgo sarà affascinante scorgere molte tracce del suo passato e della sua storia. Primo fra tutti, il Castello dei Malaspina che domina la città dall’alto del suo colle. Come ogni castello che si rispetti anche questo è avvolto da una misteriosa leggenda; si racconta infatti che il marchese proprietario del maniero, costruì un sottopassaggio fino alla Cattedrale in modo che la moglie potesse andare in chiesa senza essere vista dagli altri uomini. In un raptus di gelosia le tagliò le dita e le avvolse in un fazzoletto che però tirò fuori più tardi di fronte agli amici che le videro. Scioccati da questa visione imprigionarono il marchese e, sempre secondo la leggenda, le rocce del Castello sarebbero le dita pietrificate della povera moglie.  Attorno alla fortezza si sviluppa tutto il centro medievale, uno dei più grandi e caratteristici centri storici della Sardegna. Gli eleganti palazzi storici, la Cattedrale dell’Immacolata, le chiese e le stradine suggestive fanno di Bosa un borgo di grande fascino. Non sono da meno però le variopinte imbarcazioni dei pescatori sul fiume Temo e il suo ponte vecchio che è stato inserito in diverse classifiche come uno dei 30 ponti più belli d’Italia. Infine, sulla riva del fiume, non dimenticare di visitare le Antiche Concerie, un importante esempio di architettura industriale della Sardegna che nel 1989 sono state dichiarate monumento nazionale. 

Dove dormire a Bosa

Sia che tu stia cercando una struttura intima e lontana dal caos cittadino oppure un alloggio in pieno centro che ti permetta di vivere la vita mondana del paese, Bosa offre ai suoi visitatori alcuni alloggi veramente graziosi. Di seguito abbiamo selezionato per te 3 strutture dove alloggiare per goderti la vacanza in completo relax: 

  • il B&b Pessighette è una struttura di charme immersa nel verde di uliveti e vigne e ideale se cerchi un alloggio riservato in cui riposarti dopo aver esplorato la costa nord-ovest tutto il giorno. 
  • l’Albergo Diffuso Corte Fiorita  si trova in diversi edifici situati lungo tutto il centro storico di Bosa. Alloggiare in questa struttura ti permetterà di vivere la vita cittadina come un vero local, senza rinunciare al comfort tipico dell’ospitalità sarda. 
  • Gli appartamenti Corte Fiorita, situati nel centro storico del borgo sono adatti a una famiglia di 4 persone che vuole passare le vacanze in un ambiente curato e confortevole ma in piena autonomia.