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Sardegna in inverno: riti e tradizioni autentiche da vedere almeno una volta nella vita

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La scelta di visitare la Sardegna fuori stagione, magari a giugno o a settembre è spesso dettata dal desiderio di risparmiare un po’ e godere comunque del suo incantevole mare nel periodo estivo. Ottima idea, se puoi il mare a giugno o a settembre è ancora più bello e senza dubbio troverai meno ressa e prezzi leggermente migliori ma le stagioni in cui dovresti considerare un viaggio nell’isola sono altre. L’inverno ad esempio, il periodo più insolito ed autentico. Davanti a un buon bicchiere di vino rigorosamente rosso, la stagione fredda si tinge di suggestioni, colori, cose da fare e tradizioni da scoprire da nord a sud ma in particolare al centro, nel cuore pulsante dell’isola.

Perché visitare la Sardegna in inverno

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Almeno una volta nella vita. Dovrebbe continuare così il titolo di questo paragrafo perché l’inverno in un’isola è sempre qualcosa di epico. Al di là del fascino della Sardegna fuori stagione qui è proprio l’inverno che assume centinaia di sfumature diverse. Si va dai 20 gradi di Cagliari anche a dicembre inoltrato dove si festeggia il Natale in spiaggia magari mangiando pesce al Poetto, riscaldati dal sole a prendere il caffé o a fare l’aperitivo ad Alghero o nella Costa Smeralda ormai vuota baciati dal caldo tepore del sole d’inverno. Alle temperature sotto lo zero del centro Sardegna, alla neve che imbianca il Gennargentu a gli altipiani, all’autunno lungo e mite che colora boschi e foreste in Marmilla e nel Sulcis. Un inverno di fuochi nelle piazze e nei caminetti, ma anche di eventi e spettacoli all’aria aperta, nei grandi veglioni di Capodanno e non solo.

Perché visitare la Sardegna in inverno? Perché è interessante, familiare e divertente, costa meno, puoi scegliere tra il freddo e il caldo, il mare e la montagna. Anche in inverno la Sardegna è la destinazione perfetta per gli sportivi, gli amanti dell’outdoor e tutti coloro che nel viaggio cercano esperienze: culturali e enogastronomiche con un occhio alla cultura e a uno stile di vita conosciuto anche oltreoceano con il nome di Blue Zone

I fuochi di Sant’Antonio: la simbiosi tra l’uomo e la terra

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Chi non pensa possa essere emozionante fare un viaggio in Sardegna a gennaio non ha ancora letto questo post e non sa ancora che tra il 16 e il 17 gennaio nell’isola si accendono i fuochi. Sono i grandi falò organizzati in onore di Sant’Antonio Abate, una ricorrenza religiosa che a queste latitudini assume tutto il fascino del profano caricandosi di misticismo e magia. Assistere ai fuochi di Sant’Antonio significa sperimentare l’atmosfera reale di comunità che si respira in un paese sardo.

Prove di destrezza e specialità gastronomiche sono associate a questa magica notte. Siamo nell’entroterra e niente di strano che ci vorrà uno dei robusti vini sardi o una bella abbardente (la locale acquavite conosciuta anche come filu ‘e ferru per affrontare il freddo. Tra i centri in cui questa festa è più sentita ci sono Sadali, Seui, Gairo, Arbus, Samugheo e tantissimi altri paesi in tutta l’isola.  

I Carnevali della Sardegna: eventi imperdibili

carnevale Tempio carri allegorici

E se la notte di Sant’Antonio è così magica e anche perché è in quella notte che fanno la comparsa alcune tra le maschere più affascinanti del carnevale sardo e in particolare di quello barbaricino. A Mamoiada, Ottana, Orotelli, Orani, Gavoi, Sarule i fuochi di Sant’Antonio sono un evento ancora più speciale grazie alla presenza delle popolari e ancestrali maschere.

Lo stesso succede in altri paesi dell’entroterra come Samugheo e Orroli. E’ solo un assaggio della tradizione del carnevale in Sardegna, un momento davvero sentito in tutta l’isola. Accanto al fascino del folklore e alle maschere tradizionali non mancano le sfilate più colorate e profane ma non per questo meno festose e spettacolari. Il Carnevale di Tempio ad esempio (Lu carrasciali tempiesu) è uno tra i carnevali allegorici più famosi d’Italia.

Si scherza un po’ ovunque come a Bosa dove tradizione e divertimento danno origine a uno degli eventi più attesi. Non possiamo non menzionare il Carnevale di Oristano con la spettacolare Sartiglia, una colorata misteriosa giostra equestre di origine medievale. 

Capodanno tra Bitti e Orgosolo: le tradizioni sarde dei bambini

La provincia di Nuoro, frequentata d’estate per le meravigliose spiagge che dal Golfo di Orosei arrivano fino all’Area marina protetta di Tavolara, oltre ad essere un paradiso per gli amanti di trekking anche fuori stagione (Supramonte, Selvaggio Blu, grotte e canyon tra i più imponenti d’Europa) è anche la regione storica dove le tradizioni, i costumi e la lingua si sono preservati in maniera pressoché invariata fin dai tempi più remoti.

Non tutti sanno che il 31 dicembre i bambini di alcuni paesi come Bitti e Orgosolo vanno in giro euforici per le case del paese fin dall’alba a chiedere dolciumi, soldini, offerte. E’ un rito antichissimo che in passato vedeva lo scambio di beni di prima necessità come la farina a Bitti  (Arina Capute) e il pane (Sa Candelaria) ad Orgosolo. Un vero e proprio Halloween anche se slegato dal culto dei morti. Questa usanza mai sopita è una ragione in più per scegliere di passare un Capodanno originale e inedito nel centro Sardegna. 

I Musei che custodiscono le tradizioni sarde e le raccontano: quali visitare

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Dato che siamo a Nuoro non potete perdere il sensazionale Museo del Costume, il più grande Museo etnografico regionale caratterizzato da un allestimento multimediale e avvincente che saprà farvi entrare subito nel vivo della cultura locale.

A Mamoiada il Museo delle Maschere Mediterranee racconta le principali maschere del carnevale isolano e non solo tracciando legami e somiglianze tra territori lontani e culture solo geograficamente diverse.

Il Museo del canto a Tenore di Bitti vi farà fare uno splendido viaggio nel mondo del canto sardo Patrimonio Unesco e dei balli sardi.

Imperdibile il Murats di Samugheo, dedicato alla ricchissima tradizione tessile sarda.

A Luras in Gallura nella provincia di Sassari si trova il singolare Museo della femmina Aggabadora che raccoglie utensili e testimonianze di una figura controversa della società sarda fino agli albori del XX secolo. In tanti paesi dal campidano alla Nurra vi imbatterete in curatissimi Musei della tradizione locale che sapranno raccontarvi le peculiarità di ogni luogo.

Consigli utili e suggerimenti per la tua vacanza all’insegna di folklore e tradizione

Personalizza il tuo tour invernale per una vacanza davvero indimenticabile, un’esperienza intensa e originale che merita di essere organizzata in maniera diversa rispetto a un viaggio estivo. Attenzione infatti agli hotel chiusi (in particolare quelli nelle piccole località di mare) e alle previsioni meteo. Non fatevi ingannare dalla reputazione dell’isola, mettete in valigia dei buoni capi invernali e scarponi comodi, ne avrete bisogno. 

Come arrivare in Sardegna d’Inverno

I collegamenti aerei e marittimi con le principali destinazioni nazionali sono sempre assicurati ma naturalmente operano meno corse pertanto è importante prenotare per tempo.

Come muoversi in Sardegna d’inverno

L’isola tutta è collegata con la linea regionale di Bus ARST le cui tratte principali fanno tappa da ogni porto e aereoporto. Tuttavia le coincidenze possono essere macchinose, rare e poco funzionali. Per questo se avete intenzione di fare un viaggio on the road potrebbe essere preferibile noleggiare una macchina. Se vi muovete tra le principali città di Cagliari, Oristano, Sassari e Olbia avrete a disposizione anche il treno. (come arrivare, come muoversi, attenzione agli hotel chiusi, ecc).