Forse ne hai sentito parlare, della Barbagia intendo. Probabilmente ti hanno detto che è la zona dove la Sardegna si fa più dura e autentica, forse hai pensato che fosse un luogo comune, forse perché ancora non ci sei mai stata. Ci sono tante barbagie nell’isola, perché questo è il cuore della Sardegna, il suo entroterra, il suo centro lontano dal mare, dove tra aspri massicci e natura maestosa spuntano paesi speciali le cui radici affiorano nella notte dei tempi. Le tracce lasciate dagli antichi sardi nuragici sono nascoste tra fitti lecceti, incastonate nelle rocce, in cima ad altopiani granitici. Se hai bisogno di supporto per personalizzare il tuo tour archeologico noi ci siamo. Intanto ecco qualche idea utile per chi ama l’archeologia, le camminate e i trekking e vuole visitare la Sardegna in bassa stagione.
Complesso di Santa Sabina, Silanus
Partiamo dal Marghine nella Sardegna centro occidentale, qui a pochi Km da Macomer, in comune di Silanus si trova un contesto archeologico davvero unico: in mezzo alla piana campestre ecco apparire un nuraghe e accanto una basilica cristiana dell’XI secolo di chiara origine bizantina. E’ il complesso di Santa Sabina che include anche un villaggio nuragico, un pozzo sacro e una tomba dei giganti. La presenza della chiesa di Santa Sabina, tuttora meta di devozione popolare documenta la persistenza del carattere di sacralità del luogo da tempi remotissimi fino ad oggi.

Villaggio-Santuario di Abini, Teti
Il villaggio-santuario nuragico di Abini nel comune di Teti, in piena Barbagia di Ollolai è uno dei più famosi della Sardegna. Qui sono stati rinvenuti bronzetti e altri reperti di uso quotidiano di valore inestimabile. Sono il segno di quanto le popolazioni nuragiche fossero competenti nell’uso della metallurgia. Accanto a spade votive e pugnali questo luogo incredibile ha restituito le famose statuine che raffigurano arcieri, fedeli in preghiera, offerenti e guerrieri con lo scudo. Uno straordinario spaccato sula vita quotidiana del popolo più misterioso del Mediterraneo.

Nuraghe Nolza, Meana Sardo
Non è famoso come Su Nuraxi, Patrimonio UNESCO ma il maestoso nuraghe Nolza si trova in una posizione davvero invidiabile. Dalla sommità di un altopiano scistoso domina un panorama mozzafiato sulla Barbagia di Belvì insieme al grande villaggio nuragico di cui rimangono pochi resti. Il Nuraghe è di particolare interesse per la presenza di 4 torri e un terrazzo che conserva resti di un focolare. Da qui in poi il paesaggio collinare di Meana Sardo, frontiera tra la barbagia di Belvì e il Mandrolisai diventa puntellato di viti . Una destinazione off the beaten track estremamente interessante per gli amanti del vino.

Parco archeologico Madau- Gremanu, Fonni
L’unico acquedotto di epoca nuragica mai rinvenuto si trova nel territorio di Fonni, il comune più alto della Sardegna alle pendici del Gennargentu. A Gremanu si ammira un complesso di fonti abbinato a un’officina per l’esposizione delle offerte votive. Una tipologia di luogo di culto del tutto inedita per gli archeologi. Il sito circondato da un bosco di roverelle e da numerosi sorgenti di acqua limpida si trova poco distante da una monumentale necropoli prenuragica composta da quattro tombe con protoma taurina, la necropoli di Madau.

Villaggio Nuragico di Tiscali, Oliena
Il Villaggio nuragico di Tiscali è l’emblema dell’aurea di mistero che la civiltà nuragica e le genti di Barbagia si portano dietro dalla notte di tempi. Al confine tra il Supramonte di Oliena e quello di Dorgali, Tiscali resta invisibile agli occhi del visitatore finché non si raggiunge l’interno della cavità. Il villaggio è stato costruito proprio lungo le pareti della dolina. Al centro della cavità sorge un incantevole bosco di lecci e lentischi che potrebbero aver assistito all’estremo tentativo delle popolazioni nuragiche di difendersi dalle scorrerie esterne in quel villaggio segreto e impenetrabile.

Sa Sedda ‘e Sos Carros, Oliena
Ancora nel Supramonte di Oliena, nella magnifica valle di Lanaittu, paradiso per gli amanti del trekking. La vallata si estende dalle famosi sorgenti carsiche di Su Gologone fino alle grotte di Sa Oche e su Bentu (la voce e il vento). All’interno del villaggio si trova una capanna diversa da tutte le altre, una fonte sulle cui pareti sono scolpite in altorilievo teste di muflone con un foro attraverso il quale scorreva l’acqua. Questa fonte nuragica legata al culto delle acque è un mirabile esempio della raffinatezza ingegneristica ed architettonica di cui erano capaci le popolazioni nuragiche.

Fonte Sacra Su Tempiesu, Orune
Fu una frana avvenuta alla fine dell’epoca nuragica a custodire per migliaia di anni la fonte sacra di Su Tempiesu. Solo grazie a questa fortuita circostanza siamo in grado oggi di conoscere la tecnica costruttiva usata dalle maestranze nuragiche per le volte dei templi. In uno sterminato patrimonio di siti scoperchiati Su Tempiesu è l’unico nell’isola ad aver mantenuto la sua copertura originaria intatta, un miracolo che affascina studiosi e appassionati. La fonte sacra a pochi km dal centro abitato d Orune si raggiunge con una piacevole passeggiata di notevole interesse botanico. Alle sue spalle si ammira il costone calcareo del Montalbo di Lula.
Santuario Romanzesu, Bitti
Il santuario nuragico federale di Romanzesu a Bitti, sorge nell’altopiano di Buddusò circondato da un bosco di querce da sughero di inaudita bellezza. Questo sito è un unicum per diversi motivi. Intanto vi si trovano ben 3 tipologie differenti di templi, luoghi sacri legati al culto delle acque ma non solo. Un Heroon, un tempio a megaron murato dedicato forse alla sepoltura di un eroe ha restituito preziose ambre provenienti dal Mar Baltico, un labirinto che costringeva il sacerdote a compiere un percorso obbligato per arrivare al sacello, un monumentale anfiteatro gradonato che circonda il vascone cerimoniale dedicato alle abluzione nel pozzo sacro e infine, uniche nell’isola le capanne di forma ellittica.
Villaggio Nuragico Serra Orrios, Dorgali
Una cittadina dell’età del Bronzo. Questo è per gli appassionata di archeologia e storia il villaggio nuragico di Serra Orrios vicino Dorgali con le sue 49 capanne circolari e ricoveri per animali e provviste, due tempietti a megaron e due tombe dei giganti. Un villaggio di oggi dove si vive, si muore e si prega i cui resti più antichi sono datati al XVI secolo a.C ed il sito è stato frequentato per almeno mille anni. Tra i tanti reperti rinvenuti si segnalano le pintadere, gli stampi/timbri cha venivano utilizzati per il pane e i tessuti e alcuni braccialetti realizzati con materiali provenienti dalla vicina Miniera di Sos Enattos di Lula.
Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes, Dorgali
Sulla strada che dalla 131 DCN va verso Dorgali, in una pianura verdeggiante svetta questo complesso megalitico tra i meglio conservati dell’isola. La Tomba dei giganti di Sa Ena e Thomes appare dopo una piacevole passeggiata nel verde anticipata dall’imponente stele di granito alta 4 metri. Si tratta del monumento funerario nuragico più importante della Sardegna realizzato 4000 anni fa per ospitare le sepolture collettive della comunità. In passato le mura ciclopiche hanno alimentato leggende sui costruttori, immaginati da alcuni come giganti. Oggi è chiaro che le dimensioni fossero funzionali alle esigenze delle popolazioni locali. Rimane l’alone di fascino e mistero che vi porterà dritti alle origini della storia dell’uomo nel Mediterraneo.
Dove dormire in provincia di Nuoro, le soluzioni strategiche per gli amanti dell’archeologia
Trascorrere qualche giorno a Nuoro, il capoluogo di quest’area geografica tanto ricca e affascinante, rappresenta sicuramente un’ottima base per fare questo tour archeologico, in particolare se si vuole procedere in direzione Silanus, Fonni e Orune. Per respirare sin da subito l’atmosfera selvaggia della natura barbaricina dormire ad Oliena oppure alloggiare a Dorgali è ideale nonché strategico per raggiungere i tanti siti del territorio ma anche quelli di Orune e Bitti Più isolati rispetto al capoluogo i siti di Teti e Meana. Nel primo caso un soggiorno a Orani e Gavoi permette di chiudere il cerchio con un bel tour di Barbagia mentre la visita a Meana può essere accompagnata dalla scoperta dei grandi vini del Mandrolisai e dei suoi paesaggi dolci, così diversi da quelli di Barbagia eppure tanto vicini.