Sai cosa vuol dire archeologia? È una scienza che, attraverso i resti del passato, ricostruisce la storia di popoli antichi.
La Gallura archeologica difficilmente trova posto negli itinerari più frequentati in Sardegna, nonostante sia un territorio ricco di siti suggestivi e imperdibili, come in altre aree dell’isola. Le spiagge della Riviera Smeralda sono sicuramente una parte importante della nostra ricchezza, ma altrettanto lo sono questi luoghi che raccontano la storia sarda ormai lontana. Visite guidate ed esplorazioni archeologiche fanno parte di un’idea di vacanza di cui tener conto per esplorare i dintorni di Olbia fuori stagione, potendo conoscere l’isola senza spendere troppo e lasciandosi accarezzare dolcemente dai venti freschi del nord Sardegna.
La Gallura: cos’è e dove si trova
Se a questo punto ti starai chiedendo dov’è e cos’è questa misteriosa Gallura, ti sciogliamo ogni dubbio! Questa zona deve il suo nome probabilmente alla sua conformazione geografica: Gaddùra significa infatti “rocciosa”.
La Gallura è una subregione della Sardegna che racchiude l’area nord-orientale dell’isola. I centri più importanti e conosciuti sono sicuramente Olbia, La Maddalena, Arzachena e Tempio Pausania. Un territorio rinomato a livello turistico e conosciuto a livello internazionale per la produzione di sughero, granito e del magnifico Vermentino di Gallura, unica DOCG sarda.
Ma, come abbiamo accennato, oltre a natura e vini d’eccellenza, la Gallura racchiude in sé alcuni dei siti archeologici più belli dell’Italia. Scopri con noi quelli più interessanti!
Nuraghe la Prisgiona, Arzachena
A meno di 10 minuti di macchina da Arzachena si trova il Nuraghe la Prisgiona, esistente dal XIV secolo a.C.! Un monumento che racchiude in sé secoli, secoli e secoli di storia antica sarda. Questo complesso nuragico comprende il nuraghe e un villaggio di circa 100 capanne, per questo è infatti uno dei siti archeologici maggiormente estesi.
Questa tipologia di edifici, presenti in tutta l’isola, hanno avuto diverse funzioni: garantire protezione, sicurezza e/o offrire una residenza fortificata. Per questo motivo sono situati sempre in luoghi strategici. Il nuraghe è a tholos: tipologia di costruzione abbastanza rara nella zona gallurese, caratterizzata da una torre tronco-conica edificata con la sovrapposizione di filari circolari di pietre. Le camere interne sono coperte da una sorta di falsa cupola che si chiama, appunto, tholos. L’edificio possiede anche due torrette laterali e un pozzo, dove gli scavi hanno rinvenuto molti reperti ceramici antichissimi.
Tomba dei giganti di Coddu Vecchiu, Arzachena
Non distante dal complesso nuragico di cui ti abbiamo appena parlato puoi visitare la Tomba dei Giganti di Coddu Vecchiu. Se sei un fan dei racconti fantasy probabilmente il riferimento ai giganti potrebbe averti tratto in inganno. Queste costruzioni sono sepolcri collettivi di epoca nuragica e il loro nome deriva dalle dimensioni importanti di queste strutture.
Gli studiosi pensano che in questo sito archeologico, costruito col granito locale, siano stati sepolti gli abitanti del vicino villaggio Prisgiona. Hai la possibilità di assistere a visite guidate per scoprire ciò che si nasconde in questo luogo veramente affascinante da scoprire.
Uno dei punti di forti di questa tomba dei giganti è il paesaggio che la circonda. Il panorama attorno, infatti, è caratterizzato da migliaia di filari di uva dalla quale viene poi realizzato il mitico Vermentino, uno dei vini bianchi più buoni e prestigiosi d’Italia.
Circoli megalitici Li Muri, Arzachena
Con la cultura di San Ciriaco si è sviluppato in Sardegna il megalitismo: nel momento in cui sono aumentati nell’isola gli scambi commerciali, anche la cultura ha subìto delle modifiche.
Questa necropoli risale al IV millennio a.C. e consta di cinque casse litiche: quattro di queste sono circondate da pietre bloccate nel terreno che servivano a limitare il punto di sepoltura. All’interno delle casse veniva poggiato il defunto singolarmente, a differenza delle tombe collettive come Coddu Vecchiu, e il suo corpo veniva dipinto di color ocra rossa, simbolo di rigenerazione.
Area archeologica Lu Brandali, Santa Teresa di Gallura
La quotidianità della Sardegna nuragica si respira ancora tra i resti di Lu Brandali, poco distante da Santa Teresa di Gallura. Questo sito archeologico sembra risalire ad un periodo compreso tra il XIV e X secolo a.C. Nell’area sono stati scoperti vari edifici: un nuraghe a tholos e, sul pendio al di sotto, un villaggio (o almeno, ciò che ne resta), che grazie a scavi e ritrovamenti ha permesso di ottenere maggiori informazioni su vita, usi e costumi locali.
Ciò che rende Lu Brandali così unico è l’area dei tafoni dove, tra le rocce, scoverai cavità nel granito. Queste venivano utilizzate dagli abitanti locali come sepolture oppure come possibili rifugi da attacchi esterni. A pochi metri, la tomba dei giganti: il corridoio tombale è lungo ben sei metri! Puoi solo immaginare quanto sia grande quest’area sepolcrale, anche per questo molto suggestiva (pensa che quest’area venne usata come luogo di vedetta durante la Seconda Guerra Mondiale).
Dolmen Ciuledda e Dolmen Ladas, Luras

Dolmen Ciuledda
Vicino alla piccola Luras potrai fare un viaggio nella Preistoria attraverso costruzioni architettoniche dell’epoca: i dolmen. Tombe megalitiche di grande fascino, costituite da corpi verticali che ne sorreggono uno orizzontale.
Ce ne sono vari molto importanti nella zona ma i nostri protagonisti sono il Dolmen Ciuledda e il Dolmen Ladas che i locali contemporanei chiamano sepulturas de zigantes o de paladinos. Entrambi sono in granito e, come accennato, vennero costruiti per la sepoltura collettiva. Nel ‘96, grazie alla loro scoperta, si tentò di carpire la datazione di queste costruzioni architettoniche antichissime, che si pensa risalga al 3200 a.C. I dolmen erano anche importanti luoghi di culto per la comunità dell’epoca, probabilmente per questo vennero costruiti con un background così suggestivo: il Monte Limbara.
Piccola digressione naturalistica: nell’agro di questo paese della Gallura è possibile “abbracciare” letteralmente due olivastri millenari. Si tratta di vere e proprie testimonianze archeologiche, infatti il più anziano dei due alberi si stima che abbia all’incirca 4000 anni di vita. E se li porta davvero bene!
Nuraghe Maiori, Tempio Pausania
Cammina per meno di mezz’ora dal paese di Tempio Pausania tra la flora gallurese. Respira un po’ l’aria locale e arriva ad un sito archeologico da visitare assolutamente se sei appassionato di storia antica: il Nuraghe Maiori (o Majori). Un tragitto perfetto anche per le tue vacanze ecosostenibili in bici.
Questo è un un luogo molto antico, ha ben 3500 anni circa, e oggi è ancora abitato. No, non da esseri umani in cerca di una vita decisamente spartana ma da una colonia di piccoli pipistrelli.
Il Nuraghe Maiori è un edificio monotorre in granito. La sua struttura è maestosa e massiccia, con una pianta irregolare e un soffitto straordinariamente integro al piano terra. La struttura in realtà è in così buone condizioni da permetterti di accedere, tramite una scala, al bastione. Vengono spesso organizzate visite guidate molto interessanti che ti consigliamo per apprezzare al meglio questo sito.
Tomba dei giganti Su Mont’e s’Abe, Olbia
Vicino alla bellissima Olbia puoi ammirare un’altra tomba dei giganti, quella di Su Mont’e s’Abe. Costruita in due momenti differenti, quest’area sepolcrale ha ben 4000 anni ed è stata scoperta e restaurata solo nel secolo scorso, negli anni ‘60. Qui i defunti venivano posti collettivamente e, nella sala funeraria, alcune persone designate del villaggio tenevano riti sacri.
Per quanto la Gallura sia ricca di tombe dei giganti, questa ha una forma e un’architettura molto particolari. Per questo motivo affascina locali e turisti che, di anno in anno, visitano il sito archeologico.
Pozzo sacro di Sa Testa, Olbia
Tantissimi autori hanno raccontato di passaggi che collegano il mondo dei vivi col mondo dei morti. Sono narrazioni affascinanti che ci fanno ragionare e disquisire sulla distanza tra ciò che conosciamo e ciò che è ignoto. Il Pozzo Sacro di Sa Testa, visto dall’alto, sembra essere la fessura (una grande fessura) di una misteriosa porta, forse in attesa della chiave che possa congiungere ciò che è con ciò che è stato.
Questo sito archeologico del nord Sardegna è stato scoperto negli anni ‘30 del secolo scorso da alcuni sardi che cercavano una fonte d’acqua, ignari del fatto che questo pozzo onorava, nelle civiltà nuragiche, proprio le divinità dell’acqua per le quali venivano organizzati riti nell’area del giardino.
Il pozzo è stato costruito col granito locale, trachite e scisto. Alcuni reperti rinvenuti in quest’area sono oggi visibili al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Tomba dei giganti Li Mizzani, Palau
Palau, paese famoso per le vacanze estive e per il ritrovo preferito dai turisti, Porto Rafael, possiede una delle tombe dei giganti più belle da visitare: la Tomba dei giganti Li Mizzani.
La facciata di questa costruzione è veramente interessante e particolare: puoi vedere già da lontano una stele maestosa che si erge sulla zona circostante, sviluppandosi in altezza. Accanto ad essa, trovi lastre di dimensioni decisamente ridotte, che creano un gioco di immagini se guardiamo dall’alto la costruzione: è a forma di toro, simbolo di forza e fertilità.
Gli scavi iniziarono nel 1966 per mano di Editta Castaldi e gli studi successivi hanno ipotizzato che la data della costruzione risalga ad un periodo compreso tra il 1500 e 1200 a.C.