Bosa in Sardegna

Informazioni Bosa Sardegna: guida e consigli

Bosa è un antico borgo situato nella provincia di Oristano.

Da Cagliari si arriva dalla Strada statale 131 proseguendo fino a Macomer dopo di che si imbocca la strada statale 129 bis.

Il tempo di percorrenza è pari a 2 ore e 35 minuti per 180 km circa di percorso.

Bosa ha tante attrazioni, ma la cosa che colpisce immediatamente e che ci regala uno splendido biglietto da visita, è rappresentato dalle case colorate che fanno da sfondo al fiume Temo, unico fiume navigabile per 6 km circa nel tratto che va dalla foce fino alla chiesa di San Pietro.

Durante l'estate potete salire a bordo del veliero per percorrere il fiume Temo in tutta la sua lunghezza.

La cattedrale di San Pietro eretta tra il 1062 e il 1073 si trova all'ingresso della cittadina. L'edificio di stile romanico - lombardo abbraccia 3 fasi di costruzione: la prima come detto tra il 1062 e il 1073; la seconda nel secondo decennio del XII secolo e la terza fase, riferita al XIII secolo, caratterizzata quest'ultima da archi gotici e rosoni.

Diametralmente opposte, sulla sponda sinistra del Temo si trovano le concerie "Sas Conzas" dove un tempo veniva lavorato un cuoio finissimo e di pregio .

Queste si distinguono sia per la loro architettura a schiera sia per la loro semplicità.

La loro posizione davanti al fiume è dovuta proprio all'estrema necessità dell'acqua per la lavorazione delle pelli.

Il periodo di massima attività risale al 1800 fino al 1960 anno della chiusura dell'ultimo laboratorio.

Un decreto del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali del 17 ottobre 1989 le ha dichiarate Monumento Nazionale.

Proseguendo dopo il ponticello in trachite vi sono tanti ristoranti davanti al fiume, bar e antiche botteghe dove viene venduta la favolosa malvasia di Bosa.

Proseguendo dritto sulla riva opposta si erge il Castello di Serravalle, comunemente chiamato dei Malaspina, famiglia di nobili toscani trapiantati nell'isola alla metà del XI secolo. Dal Castello si può usufruire di un meraviglioso panorama caratterizzato dal corso del fiume verso il mare e dalle tipiche casette colorate.

Entrando nel castello, come tuttora si può vedere dai pochi resti, si potevano notare dopo l’atrio e sulla sinistra un vasto camerone per i soldati con i letti e le armature, quindi una dispensa e unita a questa, una camera comunicante con un foro circolare da dove partiva una galleria che collegava il castello al lato opposto del fiume, dove un tempo sorgeva l’antica città.

Il castello occupa una superficie complessiva di 2000 mq all'interno dei quali si trova anche la Chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos, dove vi è un interessante ciclo di affreschi di scuola italo-iberica realizzati nel XIV secolo e scoperti per caso nel 1972 dalla Soprintendenza.

In origine, era intitolata a S. Giovanni e descritta nel libro del vecchio catasto a Sant’Andrea, ma poi leggenda vuole che nel 1847 un bambino ritrovò tra le macerie della chiesa una statuetta lignea della Madonna, alla quale venne dato appunto il nome di Nostra Signora de sos Regnos Altos.

Al 1300 risale la realizzazione della torre maestra del mastio, ad opera di Giovanni Càpula, con lo scopo di contrastare l’invasione aragonese nell’isola, (lo stesso architetto che progettò la Torre di San Pancrazio nel 1305, la Torre dell'Elefante nel 1307 e la Torre dell'Aquila (o del Leone) oggi incorporata nel Palazzo Boyl a Cagliari.

Storia e leggende di Bosa

Leggenda narra che il Marchese di Malaspina, uomo accecato dalla gelosia, fece costruire un sottopassaggio dal Castello alla Chiesa di San Pietro in modo tale che la moglie potesse partecipare alle funzioni religiose in Cattedrale e al tempo stesso stare lontana da occhi indiscreti.

Un giorno però successe che il marchese, in preda a un raptus di follia, afferrò un coltello e recise tutte quante le dita della marchesa, colpevole secondo lui di essersi macchiata di tradimento.

Questi avvolse quindi le dita della moglie nel suo fazzoletto e se lo ripose in tasca. Quando scese dal castello per incontrarsi con gli amici, avendo bisogno del fazzoletto, lo tirò fuori dalla tasca dimenticandosi però della conseguenza del suo folle gesto: i suoi compagni, rimanendo esterrefatti al vedere quelle dita, con l'aiuto del popolo lo fecero imprigionare.

Il sentiero venne soppresso molti anni fa ma gli anziani del posto dicono che durante alcuni scavi vennero trovate una scarpetta di seta bianca, molto elegante, che si pensava fosse appartenuta alla marchesa, che perdette durante una delle sue escursioni amorose e una culla di grande valore.

Questa galleria era tale che vi si poteva immettere l’acqua del fiume così rapidamente che chiunque vi fosse stato dentro si sarebbe trovato nell’impossibilità di salvarsi.

Spiagge da visitare e attività da fare

A soli 2 chilometri si trova una bellissima e ampia spiaggia sabbiosa chiamata Bosa Marina, con il suo porticciolo, alcuni bar e ristoranti.

Questo borgo, tra i più belli d’Italia, offre innumerevoli attività da svolgere: birdwatching, passeggiate, ciclismo e pesca.

Immersi in un sentiero che passa tra i vigneti è possibile la visita delle cantine che producono il vino Malvasia.

Dalla foce alla chiesa di San Pietro e potrete vedere Bosa ancora in un'altra fantastica prospettiva.

Nei tanti ristoranti dislocati soprattutto lungo il fiume Temo, potrete assaggiare la cucina del posto concentrata soprattutto sugli eccezionali piatti di mare.